“SENTO DUNQUE SONO”

RESPIRO-CONSAPEVOLEZZA-BEN-ESSERE

Riscoprire insieme come vivere il tempo che ci è dato e i tempi della vita ed iniziare a sperimentare consapevolmente alcune buone prassi nell’ottica di un antico, ma quanto mai attuale concetto di salute, che non è altro che armonia, ordine ed equilibrio.

Ecco l’intenzione di un breve percorso esperienziale di gruppo che intreccia la pratica del counselling con quella dello yoga e fonde due “saperi” e due “sentire” per seminare semi di consapevolezza e far germogliare sane attitudini. La proposta, che avrà luogo nella suggestiva cornice di una YURTA (antica abitazione dei popoli nomadi), su una rocca con sguardo sul lago d’Iseo, sarà presentata mercoledì 27 novembre dalle ore 20.00 (incontro gratuito – previa prenotazione). Il percorso “laboratorio” si svolgerà in quattro tappe per toccare altrettante attitudini da sviluppare per “allargare” la nostra vita e darle più “ampio respiro”. Queste sono: l’AT-TENDERE, l’APRIRE, il CONDIVIDERE e il CHIUDERE come altrettanti simbolici momenti in cui è scandito il nostro tempo (il mattino, il mezzodì, il pomeriggio e la sera) e le stagioni.

“Sento dunque sono” è il paradigma da esplorare. Il SENTIRE è, infatti, quella qualità e facoltà dell’essere che determina l’esistenza. Sentono le piante, gli animali e le persone. Sentono in modi diversi e a livelli diversi, ma tutti quanti RESPIRANO ed emanano vibrazioni. In un certo senso – nella loro vitalità – stanno in relazione con il mondo e sono essi stessi mondo, universi di senso.

L’uomo in più si sente, sente di sentire, può ascoltarsi e sente anche i “significati” dell’esperienza che vive. Come sostiene Viktor Frankl, psichiatra viennese e padre della logoterapia, il significato infatti è qualcosa che va intuito e sentito prima ancora che capito, attraverso quello che può essere definito il nostro organo di senso, ovvero la coscienza.

Anche Daniela Lucangeli, ricercatrice e Professoressa di Psicologia dello sviluppo, sostiene che il sentire l’esistenza è la forma più potente che abbiamo non soltanto di cura, ma di coscienza, intesa come l’onda che muove il nostro essere INTERO, come mente-corpo e – aggiungerei  – spirito (così come sostiene la logoterapia stessa).

Il RESPIRO, quindi, è un atto vitale (il primo che sancisce la vita), ma anche creativo. Pensiamo ai miti presenti in molte culture antiche e al mito cristiano della creazione per cui si narra che Dio creò l’uomo attraverso il suo respiro (RUAH in ebraico significa appunto respiro, vento, spirito) ed esso rimane il suo “soffio vitale” … fino all’ultimo “respiro”, appunto.

Tuttavia mentre piante e animali continuano a respirare secondo ritmi più o meno naturali, nella società attuale l’uomo sta disimparando a respirare … con calma, in un tempo divorato dalla fretta e dal “tutto e subito”.Il tempo non viene più vissuto, assaporato, ma consumato e sfugge tanto quanto più cerchiamo di controllarlo. La gestione del tempo sta diventando per molti di noi un problema, forse perché non si tratta di “gestirlo” come una delle tante “faccende umane”. Il tempo a disposizione pare uno spazio insufficiente (non basta mai!), sovraccarico e senza isole di pace o pause (come se immaginassimo uno scritto senza punteggiatura!).

Quindi tornare ad una buona respirazione diventa fondamentale  in quanto strumento potente al quale possiamo aggiungere nuovi poteri quando la usiamo consapevolmente.Se consapevole, il respiro diventa un atto di resistenza, resilienza e ri-esistenza, diventa radicamento e, insieme,  possibilità di evolvere e andare avanti, diventa  connessione e  scambio con il mondo.

Perché si dice fai un respiro profondo?Per far entrare una persona da uno stato di turbamento ed agitazione ad uno di maggiore tranquillità, cambiando il suo umore.

Dal respiro, poi suono, emergono inoltre le parole e dare “respiro” e ampiezza di significato alle nostre parole e al modo in cui comunichiamo diventa altrettanto importante nell’ottica di un  BEN-ESSERE individuale, relazionale e collettivo.

Si tratta di attivare in sostanza un cambio di prospettiva e di POSTURA, sia nell’atteggiamento con cui possiamo vivere la vita (e qui il counselling  può venire in aiuto) sia nel corpo e nel respiro, primo e fondamentale soffio vitale (e qui lo yoga  aiuta a riconnetterci al nostro “luogo interiore”). Dal sentire allineo il pensiero, allineo la parola ed, infine, allineo il gesto. Esistono, inoltre, modalità di respiro e di movimento che permettono di lavorare su atteggiamenti importanti nella nostra vita – e viceversa – come: mollare le difese e la paura, lavorare sull’apertura, stare nell’accoglienza di qualcosa che è in arrivo e del cambiamento, vivere la condivisione, contemplare il silenzio e il raccoglimento come attitudine di “igiene esistenziale” e di cura personale.

L’attività proposta ha una connotazione di laboratorio e non di “corso”: la metafora cui si fa riferimento è quella della bottega artigianale, dove si crea, si co-costruisce, si cuciono insieme frammenti personali per rileggere un disegno collettivo con un senso nuovo.

Il  laboratorio di gruppo diventa palestra di consapevolezza emotiva, esenzione dal giudizio, ascolto in profondità, rispetto e pazienza (la virtù che in particolare vorremmo allenare).

In esso il sapere si fonda e si fonde nella pratica e si viaggia attraverso luoghi e tempi nuovi.

Un luogo interiore, un corpo, un’esperienza personale, un’esperienza condivisa, un cerchio di persone, una yurta, un luogo naturale.

E ritorno.

Un luogo naturale, una yurta, un cerchio di persone, un’esperienza condivisa, un’esperienza personale, un corpo, un luogo interiore.

Un tempo per stare/ so-stare (l’attesa), un tempo per fare, un tempo per condividere  e  un tempo per chiudere.

E ritorno.

Un tempo per chiudere, un tempo per condividere, un tempo per fare, un tempo SEMPLICEMENTE per stare.

Conduttrici del percorso:

Cinzia Mantovani , counsellor

ElisAmaya (Yogatidentro), esperta di yoga e pratiche del benessere

Per informazioni e prenotazioni: 348/4978028 – info@cinziamantovani.it

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